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Festad'AfricaFestival 2003 - Seconda edizione

 Pittura
   

Edward Araya Tzeggay
In collaborazione con

espone dal 4 al 12 luglio 2003 alla Stazione Termini di Roma, Atrio biglietteria

 
 
 Fotografia
   

Femme terre
di Ndiaye Dago

Fotografie di donne velate che sembrano bassorilievi…


 
 
 Fotografia
   

Essere donna in Burkina Faso di Carla Cinelli
Dal Sahel volti, sguardi e sorrisi che si animano e diventano vita

 
 
 Laboratori
   

Laboratori di percussioni
dal Senegal

Per tutta la durata del Festival, Sena M’Baye e i Sunu Africa propongono al pubblico di Roma di scoprire l’arte senegalese delle percussioni

 
 
 Intorno al festival
   

DialogoRoma ONLUS
Un'associazione che promuove il dialogo tra le culture, rispettandone le differenze e mettendone in risalto i valori

 
 
 Intorno al festival
   
 

Azione Aiuto
Un’organizzazione internazionale indipendente, impegnata nella lotta alla povertà con progetti di sviluppo a lungo termine


 

 Intorno al festival
   
 

Emergency
Alle attività mediche di assistenza alle vittime della guerra, affianca in Italia iniziative e campagne di Solidarietà, di sensibilizzazione e di diffusione di una Cultura di Pace


 

 Intorno al festival
   

Yoruba Cultural Association
Associazione Culturale Yoruba

Un’associazione senza scopo di lucro con la finalità di promuovere e valorizzare la cultura Yoruba

 

 Intorno al festival
   
 

The Gahanian Association of Rome
Un'associazione con lo scopo di creare occasioni di incontro e di scambio tra i cittadini gahaniani emigrati e per promuovere la cultura e l’ospitalità

 

 Intorno al festival
   
 

Grandi Stazioni
Dal 4 al 12 luglio 2003, in collaborazione con Festad’Africa Festival, presso la Stazione Termini, Atrio Biglietteria, “Grandi Stazioni” propone un’esposizione del grande pittore eritreo Edward Araya Tzeggay

 

 Eventi
   

5 luglio
Festa dell’Indipendenza di Capo Verde

Un evento in collaborazione con l’Ambasciata di Capo Verde in Italia e la Comunità di Capo Verde

 
 
 Fotografia
   

Mali
di Fabio Caramaschi

Sfuma la denuncia e si afferma la dignità, la bellezza delle “facce” degli abitanti di questo misterioso e affascinante paese, dove “la dignità è molto fotogenica”

 
 
 Fotografia
   

A Capo Verde
di Alessandra Esposito

Un’appassionante mostra di fotografie che ritrae l’isola di Capo Verde

 
 
 Corner
   

Duval Olivier
Tutte le sere a Festad’Africa Festival, Duval canta folk song africane, per regalarci un’atmosfera ricca
di suoni e colori

 
 
 Intorno al festival
   

Alien - mensile umanista multiculturale
Comunicazione e informazione per essere parte attiva in una società multiforme, antidiscriminatoria e non violenta

 

 Intorno al festival
   
 

The Village
Onlus multiculturale e multietnica

Attraverso un progetto di autofinanziamento, vuole salvaguardare la popolazione africana dalla malaria e fornire gli ospedali locali delle principali attrezzature sanitarie

 

 Intorno al festival
   
 

Bambini nel Deserto
Si pone lo scopo, attraverso spedizioni mirate, di migliorare le condizioni di vita dei bambini che vivono nelle zone desertiche del Sahara e nelle regioni del Sahel


 

 Intorno al festival
   

Sahara
Sahara non significa solo posto negativo per vivere, ma bellezza, allegria e gioia della cultura della gente che ci vive

 

 Intorno al festival
   

Kulturafrica
Kulturafrica presenta, in occasione di Festad’Africa Festival 2003, un insieme di divise, copricapo, strumenti musicali d’epoca raccolti da Thiam Mor nel corso degli anni

 

 Intorno al festival
   

Ristorante Africa
Cucina Eritrea ed Etiope

Tutte le sere dalle 20 in poi.
Dalla diversità dei prodotti alla complessità delle ricette, la tradizione e l’arte culinaria sono testimoni di cultura

 

 

Pittura
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Edward Araya Tzeggay

Nato ad Asmara il 30 maggio, Edward Araya Tzeggay, dopo aver ultimato gli studi nell’Istituto Tecnico di Asmara, si è unito alla Lotta Armata per l’indipendenza del suo Paese fino al 24 maggio 1991.
Dal 1978 al 1984 si è dedicato alla pittura, scultura e disegno grafico presso il Dipartimento di Educazione della Lotta Armata. Dal 1993 si è occupato di produzioni televisive, dirigendo documentari TV per l’Istituto audio-visivo di Parigi, e producendo disegno grafico per l’Istituto Indiano di Mass Media.
Per ben tre edizioni del Festival Eritreo si è classificato al secondo posto per la scultura ed al terzo per la pittura. Ha ottenuto il primo premio da “Time to act AIDS INTERNATIONAL” per la sua opera supportata dal Ministro dell’Informazione. Nel 1999 si è qualificato al secondo posto nel Global Art 2000, organizzato dalla Federazione Mondiale dell’Associazione delle Nazioni Unite. L’anno seguente ha ottenuto la statuetta di Raimock in quanto vincitore del primo premio per la migliore pittura del millennio nel Festival Nazionale. E’ stato ospite dell’UNESCO a Parigi nel 1996Ha esposto i suoi lavori sia in Eritrea (presso il centro “Casa degli Italiani) che in diversi Paesi (tra cui: Italia, Stati Uniti, Olanda, Sudan, Germania, Kuwait).
“Sto ancora portando avanti la mia ricerca per realizzare due sogni: il primo è di esibirmi in eventi internazionali, dove posso trovare l’opportunità di condividere idee, maturare esperienza, interagire con vari artisti di differenti paesi, e allo stesso tempo, in quanto artista emerso dal nulla, di condividere la mia esperienza con gli altri. Il secondo è di mostrare che l’Africa è un Paese di colori vibranti e di ricche culture, rappresentando la diversità culturale del mio Paese, l’Eritrea.” (E. Araya Tzeggay)

In collaborazione con
Edward Araya Tzeggay espone dal 4 al 12 luglio 2003 alla Stazione Termini di Roma, Atrio biglietteria.





Eventi
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5 luglio
Festa dell’Indipendenza di Capo Verde

Un evento in collaborazione con
l’Ambasciata di Capo Verde in Italia e la Comunità di Capo Verde

L’arcipelago di Capo Verde è una singolare mescolanza etnica che rivela una propria identità non riconducibile alla sola Africa o alla sola Europa, una nuova identità che ha generato una nuova cultura, di cui la letteratura è solo un’espressione, accanto alla musica e alla danza.
La singolarità etnica che caratterizza Capo Verde è il frutto dell’espansionismo occidentale del XV secolo: prima della loro scoperta, infatti, le isole dell’arcipelago erano disabitate e disabitabili. Ma i portoghesi, vedendo chiuse le loro possibilità di espansione all’interno della penisola iberica (dominata quasi interamente dal regno di Castiglia) scelsero la strada dell’oceano, occupando le isole capoverdiane dal 1460 al 1975. I primi abitanti di Capo Verde furono dunque portoghesi ed africani “importati” in seguito alla colonizzazione dell’isola: la comune estraneità rispetto al territorio, la condizione di insularità e di isolamento favorirono un rapido scambio tra colonizzati e colonizzatori.

Due sono i temi ricorrenti nella vita e nella letteratura capoverdiane: la fame e l’emigrazione. La mancanza della pioggia che provoca siccità disastrose e la scarsa agricoltura, fanno dell’emigrazione una delle poche soluzioni possibili per la sopravvivenza, se non l’unica. Ma non è mai una fuga. Chi parte si lascia sempre alle spalle qualcuno, mentre per chi resta si apre un mondo fatto di attese e aspettative: la vita di chi resta dipenderà principalmente dal sacrificio di chi parte.
È alle donne - che sempre più spesso si vedono costrette a partire - e agli uomini di Capo Verde, al loro coraggio e al loro dolore che dedichiamo la giornata del 5 luglio.




Fotografia
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“Femme terre” di Ndiaye Dago

Per la mostra di Dago si ringrazia il Giampaolo Prearo Editore
con video installazione di Emilio Casalini

Ousmane Ndaye Dago nasce a Dakar nel 1950. Dopo essersi diplomato in Arti Plastiche all’“Istituto Nazionale di Belle Arti” del Senegal si trasferisce in Belgio, dove si diploma in Arti Grafiche all’“Accademia Reale di Belle Arti” di Anversa (1981). In seguito torna a Dakar, ed ottiene la cattedra di “Arti Grafiche all’Istituto Nazionale di Belle Arti” di Dakar ed assume la direzione artistica della rivista “Loca”.
Nelle sue opere, il corpo delle modelle viene come riportato, attraverso l’argilla, a una sorta di tempo originario del mondo, alla nascita dell’uomo. Corpi come luoghi designati dove passato e presente, antichità remota e incalzante attualità si danno appuntamento. Qui l’identificazione con la terra profuma e si colora dell’evidenza di divinità presenti in tutte le cose e in tutti i momenti. Terra seccata sulla pelle così da trattenere a sé la vita, da fare di ogni donna una propria emissaria, un proprio angelo sporco, scabro e carnale. Dago allestisce una piccola scena su cui colloca, in pose da antichi rituali, donne che automaticamente riportano l’eterno femminino alle sue radici: la madre terra. Eppure non c’è nulla di materno in questi corpi giovani, desiderabili e assolutamente erotizzati; animati da una specie di energia primordiale, un flusso indistinto che li rende partecipi dello spazio, in una sorta di misteriosa osmosi carica di potenza.
Qui la polvere si fa cosmesi, colori che spostano i corpi vivi nella condizione della scultura lignea tipicamente africana.
Il pudore vela metodicamente il capo delle donne fotografate sottraendolo alla condizione di oggetto visivo. Le donne di Dago sono tante e una: pure forme dalla straboccante energia erotica e vitale. Non sapremo mai se abbiamo a che fare con persone o personaggi, maschere secondo il senso greco, messe lì per incarnare la terra.




Fotografia
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“Mali” di Fabio Caramaschi

La mostra è presentata dall’Associazione Bambini nel deserto

La fotografia è arte, estetica, ma può essere denuncia e gesto d’amore. Le fotografie che Fabio Caramaschi dedica al Mali e alle sue genti assommano tutte queste valenze, e in queste immagini il Mali e le sue genti assurgono a testimoni di altrettanti atti d’amore.
La denuncia è sfumata. Si afferma la dignità, la bellezza delle “facce” degli abitanti di questo misterioso e affascinante paese che è il Mali, dove “la dignità è molto fotogenica”. Lo è sia nelle facce consumate ma sempre vive, espressive, degli anziani diffidenti nei confronti della macchina fotografica, sia nei visi e negli occhi dei bambini che posano con sfida, con orgoglio, spesso con ironia.

“Non so niente del Mali.
Non ci sono vere ragioni per cui ci sono capitato, però ho portato via le facce di questa gente… Sono stato in Mali tra la fine del 2000 e l’inizio del 2001, trascinandomi dietro un cavalletto ed una “Speed Graphic” per pellicole piane… Queste fotografie sono quasi sempre l’unico gesto d’amore che io abbia saputo fare verso le persone che hanno deciso di stare in posa…
… nella mia città a volte piove sabbia e quando al mattino guardo il cofano delle macchine non so se è arrivato qualcosa o se nella notte sono stato di nuovo laggiù, ma so che il mare un’altra volta è stato passato.”
Fabio Caramaschi




Fotografia
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“Essere donna in Burkina Faso”
di Carla Cinelli

In collaborazione con Coop Lombardia

Le immagini della fotografa Carla Cinelli raccontano la vita quotidiana di bambine, ragazze e donne, appartenenti ad etnie diverse nei villaggi del Burkina Faso, nell’Africa Occidentale a sud del Sahara.
Dal Sahel, tali volti, sguardi e sorrisi si animano e diventano vita. Si ripercorre il ruolo importante, nella vita e nell’economia dei villaggi, affidato alle donne: provvedono all’approvvigionamento dell’acqua necessaria ai bisogni di tutta la famiglia, vanno alla ricerca della legna, fanno funzionare il mulino, organizzano i pasti per tutti.
Le donne sono le vere protagoniste dei mercati perché acquistano generi di prima necessità e vendono i loro prodotti; sono le custodi delle tradizioni quali la conoscenza delle erbe, le pratiche domestiche, fino alla definizione dei compiti all’interno della famiglia e sono loro a tramandarle alle figlie. Vivono, tuttavia, come nell’ombra, sottostanno fin dall’infanzia a regole rigidissime dettate da una società maschile molto gerarchica; sono indissolubilmente “legate” ai loro uomini. Padri, zii, fratelli prima di sposarsi e mariti, dopo. Le violenze fisiche e psicologiche inflitte sono molto frequenti, l’obbedienza è la condizione per non essere ripudiate e quindi respinte ai margini della società, anche dalla famiglia d’origine. Poche fortunate bambine possono frequentare la scuola perché distante dal villaggio e costosa: ed è questa la prima grande discriminazione nella via verso l’autonomia.

Il viaggio attraverso questi scatti fotografici è di grande effetto e non può non coinvolgere e indurre alla riflessione sull’emancipazione della donna mai raggiunta in alcune periferie del mondo.




Fotografia
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“A Capo Verde”
di Alessandra Esposito

Nata a Roma il 18 settembre 1963, Alessandra Esposito è ricercatrice in Scienze Geologiche. Da sempre attratta dalle arti visive, frequenta per diversi anni un corso di fotografia presso la Scuola Serale del Comune di Roma “Scienza e tecnica” dove apprende e sviluppa la tecnica compositiva e della stampa del B/N.
Ama le foto di viaggi e soprattutto quelle che rappresentano le persone, esaltandone i contesti sociali. Ha realizzato importanti foto-reportage dai ghiacci della Patagonia al deserto del Sahara, dall’Equador e Galapagos al lontano Oriente e all’Australia.
In questa mostra fotografica, Alessandra Esposito rappresenta l’affascinante e magico arcipelago dell’Oceano Atlantico di Capo Verde che, situato all’incrocio di tre continenti, è uno Stato democratico e indipendente dal 1975. Nasconde paesaggi intensi: dune di sabbia, distese rocciose e aride, spiagge incontaminate lunghe decine di chilometri, montagne verdeggianti, coste alte e frastagliate, vulcani attivi… questo e molto di più si ritrovano nelle immagini della mostra. Ma l’aspetto più emozionante di quest’isola è rappresentato dai suoi abitanti: incontro tra le più diverse culture tropicali e latine, persone con un sorriso ed un cuore che si ritrova in tutto ciò che li circonda. Popolo di emigranti che appena può torna per le vacanze e per riprendere il legame mai interrotto con l’arcipelago del sole e del vento, mentre il mare offre tutta la gamma dei verdi e degli azzurri, ed è ricco di pesci e fonte di lavoro per i capoverdiani residenti.
Musica, musica, musica che accompagna tutti i momenti della giornata intensificandosi la sera con le melodie malinconiche della morna, o il ritmo incalzante delle percussioni: sinergia perfetta tra i suoni africani e quelli latini.




Laboratori
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Laboratori di percussioni
dal Senegal

Per tutta la durata del Festival, Sena M’Baye e i Sunu Africa propongono al pubblico di Roma di scoprire l’arte senegalese delle percussioni. I partecipanti verranno seguiti dai professionisti senegalesi secondo i loro livelli.
Alla fine dello stage verrà proposto al pubblico del Festival uno spettacolo realizzato dagli insegnanti insieme ai partecipanti.
Sunu Africa è stato fondato da Sena M’baye, primo percussionista e danzatore del “Teatro Nazionale del Senegal”. Per anni i componenti del gruppo hanno dato il loro contributo alle realizzazioni artistiche del teatro, portandone le produzioni culturali in tutto il mondo.
Il gruppo si è esibito in Europa in numerose manifestazioni, tra cui il Festival di Sanremo, Umbria Jazz, Roma Europa Festival.

Il gruppo Sunu Africa è composto da:
Sena M’Baye, Youssou M’Baye, Tata Sane, Aissatou Sow, Onmy Sene, Matar M’Baye, Adj Thioune, Aida M’Baye, Lamine M’Baye, Dialy mady Sissoko, Jean N’Diaye, Lamine Dabo




Corner
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Duval Olivier

Tutte le sere a Festad’Africa Festival, Duval canta folk song africane, per regalarci un’atmosfera ricca
di suoni e colori

Duval Olivier è nato ad Abidjan (Costa d’Avorio) e inizia a comporre canzoni nell’82. Dopo molte esperienze in pubblico e numerosi viaggi in Africa ed Europa, nel ‘92 giunge in Italia sempre con lo stesso obiettivo: lanciare un messaggio di pace e unione tra tutti popoli della terra. Nel ‘93 incontra Marco Berera, compositore e arrangiatore specializzato in musica New World con il quale inizia un ottimo rapporto di lavoro. Insieme formano un gruppo musicale con il quale presentano un repertorio di canzoni originali con musica euro-afro proponendo brani composti con un sistema dinamico, ovvero un insieme di culture in fusione con ritmiche ed atmosfere ricche di melodie e suoni. Nelle sue canzoni si riscopre la versione moderna di una danza e musica tradizionale della Costa d’Avorio: la Mapouka.




Intorno al festival
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DialogoRoma ONLUS

L’Associazione DialogoRoma Onlus vuole far convergere la ricchezza delle diversità e la molteplicità delle culture, rispettando le particolari differenze e mettendo in risalto quei valori che, posti come modelli e ideali di vita, hanno storicamente mosso gli esseri umani nella loro migliore direzione.
DialogoRoma si propone di stimolare un dialogo tra persone di diverse culture e religioni, di lottare contro ogni forma di discriminazione e di violenza, di diffondere il messaggio del Nuovo Umanesimo in ogni parte del mondo.
Attività: corsi di italiano, corsi di computer, redazione di Alien, corsi di alfabetizzazione in Benin e Togo, adozioni a distanza in Burkina Faso. Invio di medicinali sempre negli stessi paesi. Costruzione di una scuola e di un ambulatorio medico in Benin.




Intorno al festival
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mensile umanista multiculturale

Alien è distiribuito gratuitamente in molti negozi e associazioni di Roma, Milano, Pescara e Salerno

Alien si propone come forma di comunicazione e informazione realizzata da persone che fanno conoscere il loro punto di vista per essere parte attiva in una società multiforme, antidiscriminatoria e non violenta. La convivenza tra culture differenti è sentita come un valore fondamentale per costruire una grande Nazione umana universale. Alien è un giornale di denuncia, opinione e cultura, ed è scritto in circa 20 lingue, con una visione del mondo multiforme: nelle etnie, lingue, costumi, luoghi, religioni e autonomie. Multiforme nelle idee e aspirazioni, nel lavoro e nella creatività, consapevoli della necessità di avviare un dialogo sull’universalità dell’essere umano, sul rispetto per le differenze e la reciprocità. Questo porta alla messa in discussione dell’attuale società come ad un diritto legittimo di qualsiasi persona che abbia come riferimento centrale il valore dell’essere umano.

Info:
DialogoRoma Onlus via Bezzecca, 13 00185 Roma
Tel. 06 42012931 e-mail: roma@dialogo.org





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Azione Aiuto è un’organizzazione internazionale indipendente, impegnata nella lotta alla povertà con progetti di sviluppo a lungo termine, nata in Italia nel 1989. Nel 1996 ha ottenuto il riconoscimento dello Stato italiano come Ente Morale, e nel giugno del 1998 è diventata ONLUS (Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale).
L’Associazione lavora in tutto il mondo con i poveri, perché ad ogni bambino, uomo e donna siano garantiti il rispetto dei diritti fondamentali e le pari opportunità. E’ il partner italiano di Action Aid Alliance, un network di sei organizzazioni non governative per lo sviluppo che lavorano in 40 paesi del mondo.

Per aderire: www.azioneaiuto.it




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The Village
Onlus multiculturale e multietnica

Raccogliere fondi per combattere e prevenire la malaria soprattutto nelle zone ritenute maggiormente “a rischio”, sensibilizzando l'opinione pubblica a questo grave problema: è questo lo scopo principale che “The Village”, Club Multiculturale e Multirazziale non lucrativo, si è prefisso di raggiungere facendosi promotore di una tanto importante iniziativa.

L'associazione a scopo benefico, fondata poco più di un anno fa, attraverso un progetto di autofinanziamento, vuole salvaguardare la popolazione africana dalla malaria e fornire gli ospedali locali delle principali attrezzature sanitarie.

Per informazioni:
Presidente Sig. Atta Kouassi, tel 347 1322098
Murua 69 murua69@hotmail.com

Sede:
Lungomare Paolo Toscanelli 184 - 00121 Roma





Intorno al festival
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Emergency è nata a Milano nel 1994 con lo scopo di fornire assistenza medico-chirurgica alle vittime delle guerre e delle mine antiuomo, costruendo e gestendo ospedali, posti di primo soccorso, centri di riabilitazione nelle zone maggiormente colpite. Dal ‘94 ad oggi oltre 580.000 persone sono state curate negli ospedali di Emergency: nel nord Iraq, Cambogia, Afghanistan e, dal 2001, anche in Sierra Leone, dove Emergency ha costruito e gestisce il Centro Chirurgico di Goderich (Freetown). è in costruzione il suo nono ospedale a Lashkar-gah, a sud di Kabul e un Centro Maternità ad Anabah, nella valle del Panchir. Parallelamente alle attività mediche di assistenza alle vittime della guerra, in Italia promuove iniziative e campagne di Solidarietà, di sensibilizzazione e di diffusione di una Cultura di Pace.

Milano: Via Orefici 2, tel 02/881881 fax 02/86316336
Roma: Via Mario Beltrami, tel 06/36381815 fax 06/36382163
www.emergency.it
Emergency Roma: info@emergency.it
Iniziative romane: iniziative.roma@emergency.it





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Bambini nel Deserto è un’Organizzazione Umanitaria riconosciuta dal Comune di Modena, dalla Provincia di Modena e dalla Regione Emilia Romagna. Costituitasi nel luglio del 2000, si pone come scopo, attraverso spedizioni mirate, di migliorare le condizioni di vita dei bambini che vivono nelle zone desertiche del Sahara e nelle regioni del Sahel. Sono molte e diverse le iniziative di Bambini nel Deserto che, ad esempio, raccoglie vestiti e scarpe da consegnare ai bambini dei paesi del Sahara. Il materiale viene centralizzato nella sede operativa di Modena, dove è spedito con le spedizioni umanitarie. Dalle esigenze dei villaggi nascono i progetti: scuole, cooperative femminili, dispensari di medicinali e collaborazioni per lo sviluppo.
Piccoli forse, ma sempre vicini ai bisogni delle popolazioni.

Sedi:
Modena: Via Canaletto 88, 41100 Modena tel 3356121610
Roma: Via G.Donizetti, 24 00100 Roma tel 3405604862
www.bambinineldeserto.org
Per informazioni:
bambinineldeserto@libero.it
Iniziative romane: bnd.roma@iol.it





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Yoruba Cultural Association
Associazione Culturale Yoruba

La YCA, Yoruba Cultural Association, è un’Associazione senza scopo di lucro fondata a Roma nella primavera 1998, con lo scopo di promuovere e valorizzare la cultura Yoruba, realizzando studi, ricerche, dibattiti, iniziative editoriali e di formazione relative alla cultura Yoruba. L’Associazione è nata per favorire la conoscenza della realtà Yoruba in Italia, che rappresenta un fattore rilevante nel panorama culturale dell’Africa Occidentale e nei processi sincretici Afroamericani.
Gli Yoruba e gli Italiani che hanno dato vita alla YCA vengono da una pluriennale esperienza di iniziative (conferenze, dibattiti, lezioni, proiezioni di video, eventi musicali - danzanti, feste ecc.)

La YCA è impegnata, assieme ad altri soggetti culturali, associativi ed istituzionali, contro gli stereotipi, le sottovalutazioni ed i pregiudizi eurocentrici che colpiscono la cultura Yoruba come le altre realtà dell’Africa e che segnano coi loro deleteri effetti non solo la coscienza degli Italiani e degli Europei ma perfino di molti Yoruba ed Africani in genere. In questo senso l’azione culturale dell’Associazione si colloca nell’ambito degli sforzi che diversi soggetti stanno realizzando, per favorire la costruzione in Italia di una società effettivamente interculturale, per battere in ogni modo razzismo ed eurocentrismo e per favorire la piena presa di coscienza da parte dei popoli africani delle loro culture, non in forme cristallizzate, banalizzate e museificate ma dinamiche, vive, attive e capaci di dare grande contributo alla società attuale e futura.

Per ulteriori informazioni e contatti con la YCA (Rome - Italy.) rivolgersi a:
Ben Oduwole Tel 3475431932
Da settembre, il sito web: www.yoruba-rome.org
infor@yoruba-rome.org
oduwoleben@yoruba-rome.org





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Sahara

Sahara non significa solo posto negativo per vivere, ma anche la bellezza, l’allegria e la gioia della cultura della gente che ci vive. Cisse Souleymane, per la passione per l’artigianato locale, ha abbandonato la sua formazione giornalistica per dedicarsi alla promozione dell’artigianato del suo paese.
Sahara è un negozio di bigiotteria, artigianato, oggettistica tradizionale Tuareg e non solo.

 

Contatti: Cisse Souleymane,
Via dei Panfili 127 - Ostia 00121 Roma
Tel 339 65 10 674
Mail: albakaye@katamail.com





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The Gahanian Association of Rome

L’associazione nasce nel 1999 con lo scopo di creare occasioni di incontro e di scambio tra i cittadini gahaniani emigrati e per promuovere la cultura e l’ospitalità.
In questi anni collabora con la sezione romana di Legambiente in progetti con fini sociali.
E' impegnata a promuovere e stimolare l’approfondimento e la conoscienza della tradizione culturale del popolo gahanese, con interventi atti a far conoscere i suoi valori e le sue usanze.




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Kulturafrica

Kulturafrica presenta, in occasione di Festad’Africa Festival 2003, un insieme di divise, copricapo, strumenti musicali d’epoca raccolti da Thiam Mor nel corso degli anni, grazie allo slancio fornitogli dalla galleria “Touba Gallerie” di Dakar in Senegal, nata dall’impegno di suo padre, Prof. Thiam El Hadsi Ibra.

Nella foto sono rappresentati due ballerini che danzano durante una cerimonia che viene eseguita in occasione di nascita, di morte e spesso durante le feste dei villaggi.
Le divise dei ballerini sono una composizione di fibre vegetali e pelli di animale, mentre il trucco dei loro visi è di caolino e resina.

Kulturafrica ha sede in Via dei Fiori 6, 20100 Inveruno (Milano), dove Thiam Mor vive.
Contatti per l’Italia
mail thiammor@libero.it tel 338 2265333 fax 029786557
Contatti per il Senegal
18385 BP Dakar, Senegal tel 00221 8348493 / 5456091




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Grandi Stazioni è la società del Gruppo FS incaricata di riqualificare e gestire i 13 principali scali ferroviari italiani.
Lo scopo di questa azienda è promuovere un nuovo concetto di stazione: non più luogo degradato ma polo di servizi per viaggiatori e cittadini, in grado di offrire servizi di qualità e opportunità per il tempo libero.
Shopping, eventi, ristorazione di qualità, servizi e sicurezza sono gli elementi chiave che alla Stazione Termini riscuotono un sempre crescente successo di pubblico tra i “non viaggiatori”.
Il calendario degli eventi che Grandi Stazioni ha proposto in questi ultimi mesi è variegato, come il pubblico che quotidianamente transita nelle 13 stazioni più grandi di Italia.

Dal 4 al 12 luglio 2003, in collaborazione con Festad’Africa Festival, presso la Stazione Termini, Atrio Biglietteria, “Grandi Stazioni” propone un’esposizione del grande pittore eritreo Edward Araya Tzeggay.

Per informazioni:
Anna Dieksi
Comunicazioni ed eventi
06 47 84 14 12 - 335 10 29 084

www.grandistazioni.it




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Ristorante "Africa"
Cucina Eritrea ed Etiope

Tutte le sere dalle 20.00 in poi a Festad’Africa

Dalla diversità dei prodotti alla complessità delle ricette, la tradizione e l’arte culinaria sono testimoni di cultura.
Forti dell’esperienza ventennale del ristorante “Africa”, locale storico della capitale frequentatissimo soprattutto dai giovani, recensito su numerose riviste e guide, interpretando il desiderio dei clienti di conoscere più a fondo l’Africa come paese ricco di tradizioni e cultura, nasce l’“Africa Village”, un viaggio che vi porterà a conoscere oltre la cucina, la musica e i costumi in un ambiente caratteristico e immerso nel verde.

Le serate sono animate da una danzatrice di danze eritree ed etiopiche, da proiezioni video con bellissime immagini dei due paesi e da bravissimi musicisti.

Solitamente si mangia con le mani da un largo piatto in comune con gli altri commensali. Il cibo viene servito sul tipico pane injera, un misto di farine lievitate cotto su piastra. Alla base delle pietanze, la carne di manzo e d’agnello. Si consiglia lo zighinì, piatto nazionale piuttosto piccante. Una scelta di verdure accompagna questi piatti di carne: lenticchie rosse, purea di ceci mista a verdure.
Senza dimenticare i dolci, gustosi sapori che si intrecciano e ci trasportano in un viaggio indimenticabile…
Il personale è cortesissimo e sempre disponibile a consigliare nella scelta del menu.

Africa Village
Via Nomentana, 1111 - 00137 Roma
Tel. 06/8270381


 

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