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Festad'AfricaFestival
2003 - Seconda edizione |
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Pittura |
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Edward Araya Tzeggay
Nato
ad Asmara il 30 maggio, Edward Araya Tzeggay, dopo
aver ultimato gli studi nell’Istituto Tecnico di Asmara, si
è unito alla Lotta Armata per l’indipendenza del suo
Paese fino al 24 maggio 1991.
Dal 1978 al 1984 si è dedicato alla pittura, scultura e disegno
grafico presso il Dipartimento di Educazione della Lotta Armata.
Dal 1993 si è occupato di produzioni televisive, dirigendo
documentari TV per l’Istituto audio-visivo di Parigi, e producendo
disegno grafico per l’Istituto Indiano di Mass Media.
Per ben tre edizioni del Festival Eritreo si è classificato
al secondo posto per la scultura ed al terzo per la pittura. Ha
ottenuto il primo premio da “Time to act AIDS INTERNATIONAL”
per la sua opera supportata dal Ministro dell’Informazione.
Nel 1999 si è qualificato al secondo posto nel Global Art
2000, organizzato dalla Federazione Mondiale dell’Associazione
delle Nazioni Unite. L’anno seguente ha ottenuto la statuetta
di Raimock in quanto vincitore del primo premio per la migliore
pittura del millennio nel Festival Nazionale. E’ stato ospite
dell’UNESCO a Parigi nel 1996Ha esposto i suoi lavori sia
in Eritrea (presso il centro “Casa degli Italiani) che in
diversi Paesi (tra cui: Italia, Stati Uniti, Olanda, Sudan, Germania,
Kuwait).
“Sto ancora portando avanti la mia ricerca per realizzare
due sogni: il primo è di esibirmi in eventi internazionali,
dove posso trovare l’opportunità di condividere idee,
maturare esperienza, interagire con vari artisti di differenti paesi,
e allo stesso tempo, in quanto artista emerso dal nulla, di condividere
la mia esperienza con gli altri. Il secondo è di mostrare
che l’Africa è un Paese di colori vibranti e di ricche
culture, rappresentando la diversità culturale del mio Paese,
l’Eritrea.” (E. Araya Tzeggay)
In collaborazione con
Edward Araya Tzeggay espone dal 4 al 12 luglio 2003 alla Stazione
Termini di Roma, Atrio biglietteria.
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Eventi |
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5 luglio
Festa dell’Indipendenza di Capo Verde
Un evento in collaborazione con
l’Ambasciata di Capo Verde in Italia e la Comunità
di Capo Verde
L’arcipelago
di Capo Verde è una singolare mescolanza etnica che rivela
una propria identità non riconducibile alla sola Africa o
alla sola Europa, una nuova identità che ha generato una
nuova cultura, di cui la letteratura è solo un’espressione,
accanto alla musica e alla danza.
La singolarità etnica che caratterizza Capo
Verde è il frutto dell’espansionismo occidentale del
XV secolo: prima della loro scoperta, infatti, le isole dell’arcipelago
erano disabitate e disabitabili. Ma i portoghesi,
vedendo chiuse le loro possibilità di espansione all’interno
della penisola iberica (dominata quasi interamente dal regno di
Castiglia) scelsero la strada dell’oceano, occupando le isole
capoverdiane dal 1460 al 1975. I primi abitanti di Capo Verde furono
dunque portoghesi ed africani “importati”
in seguito alla colonizzazione dell’isola: la comune estraneità
rispetto al territorio, la condizione di insularità e di
isolamento favorirono un rapido scambio tra colonizzati
e colonizzatori.
Due sono i temi ricorrenti nella vita e nella letteratura capoverdiane:
la fame e l’emigrazione.
La mancanza della pioggia che provoca siccità disastrose
e la scarsa agricoltura, fanno dell’emigrazione una delle
poche soluzioni possibili per la sopravvivenza, se non l’unica.
Ma non è mai una fuga. Chi parte si lascia sempre alle spalle
qualcuno, mentre per chi resta si apre un mondo fatto di attese
e aspettative: la vita di chi resta dipenderà principalmente
dal sacrificio di chi parte.
È alle donne - che sempre più spesso si vedono costrette
a partire - e agli uomini di Capo Verde, al loro coraggio e al loro
dolore che dedichiamo la giornata del 5 luglio.
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Fotografia |
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“Femme terre” di Ndiaye
Dago
Per la mostra di Dago si ringrazia il
Giampaolo Prearo Editore
con video installazione di Emilio
Casalini
Ousmane
Ndaye Dago nasce a Dakar nel 1950. Dopo essersi diplomato
in Arti Plastiche all’“Istituto Nazionale di Belle Arti”
del Senegal si trasferisce in Belgio, dove si diploma in Arti Grafiche
all’“Accademia Reale di Belle Arti” di Anversa
(1981). In seguito torna a Dakar, ed ottiene la cattedra di “Arti
Grafiche all’Istituto Nazionale di Belle Arti” di Dakar
ed assume la direzione artistica della rivista “Loca”.
Nelle sue opere, il corpo delle modelle viene come riportato, attraverso
l’argilla, a una sorta di tempo originario del mondo, alla
nascita dell’uomo. Corpi come luoghi designati dove passato
e presente, antichità remota e incalzante attualità
si danno appuntamento. Qui l’identificazione con la
terra profuma e si colora dell’evidenza di divinità
presenti in tutte le cose e in tutti i momenti. Terra seccata
sulla pelle così da trattenere a sé la vita,
da fare di ogni donna una propria emissaria, un proprio angelo sporco,
scabro e carnale. Dago allestisce una piccola scena su cui colloca,
in pose da antichi rituali, donne che automaticamente riportano
l’eterno femminino alle sue radici: la madre terra. Eppure
non c’è nulla di materno in questi corpi giovani, desiderabili
e assolutamente erotizzati; animati da una specie di energia
primordiale, un flusso indistinto che li rende partecipi
dello spazio, in una sorta di misteriosa osmosi carica di potenza.
Qui la polvere si fa cosmesi, colori che spostano
i corpi vivi nella condizione della scultura lignea tipicamente
africana.
Il pudore vela metodicamente il capo delle donne fotografate sottraendolo
alla condizione di oggetto visivo. Le donne di Dago sono
tante e una: pure forme dalla straboccante energia erotica
e vitale. Non sapremo mai se abbiamo a che fare con persone o personaggi,
maschere secondo il senso greco, messe lì per incarnare la
terra.
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Fotografia |
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“Mali” di Fabio Caramaschi
La mostra è presentata dall’Associazione
Bambini nel deserto
La
fotografia è arte, estetica, ma può essere denuncia
e gesto d’amore. Le fotografie che Fabio Caramaschi
dedica al Mali e alle sue genti assommano tutte
queste valenze, e in queste immagini il Mali e le sue genti assurgono
a testimoni di altrettanti atti d’amore.
La denuncia è sfumata. Si afferma la dignità,
la bellezza delle “facce” degli abitanti di questo misterioso
e affascinante paese che è il Mali, dove “la dignità
è molto fotogenica”. Lo è sia nelle facce consumate
ma sempre vive, espressive, degli anziani diffidenti nei confronti
della macchina fotografica, sia nei visi e negli occhi dei bambini
che posano con sfida, con orgoglio, spesso con ironia.
“Non so niente del Mali.
Non ci sono vere ragioni per cui ci sono capitato, però ho
portato via le facce di questa gente… Sono stato in Mali tra
la fine del 2000 e l’inizio del 2001, trascinandomi dietro
un cavalletto ed una “Speed Graphic” per pellicole piane…
Queste fotografie sono quasi sempre l’unico gesto
d’amore che io abbia saputo fare verso le persone
che hanno deciso di stare in posa…
… nella mia città a volte piove sabbia e quando al
mattino guardo il cofano delle macchine non so se è arrivato
qualcosa o se nella notte sono stato di nuovo laggiù, ma
so che il mare un’altra volta è stato passato.”
Fabio Caramaschi
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Fotografia |
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“Essere donna in Burkina Faso”
di Carla Cinelli
In collaborazione con Coop Lombardia
Le
immagini della fotografa Carla Cinelli raccontano
la vita quotidiana di bambine, ragazze e donne, appartenenti ad
etnie diverse nei villaggi del Burkina Faso, nell’Africa Occidentale
a sud del Sahara.
Dal Sahel, tali volti, sguardi e sorrisi si animano e diventano
vita. Si ripercorre il ruolo importante, nella vita e nell’economia
dei villaggi, affidato alle donne: provvedono all’approvvigionamento
dell’acqua necessaria ai bisogni di tutta la famiglia, vanno
alla ricerca della legna, fanno funzionare il mulino, organizzano
i pasti per tutti.
Le donne sono le vere protagoniste dei mercati
perché acquistano generi di prima necessità e vendono
i loro prodotti; sono le custodi delle tradizioni
quali la conoscenza delle erbe, le pratiche domestiche, fino alla
definizione dei compiti all’interno della famiglia e sono
loro a tramandarle alle figlie. Vivono, tuttavia, come nell’ombra,
sottostanno fin dall’infanzia a regole rigidissime
dettate da una società maschile molto gerarchica; sono indissolubilmente
“legate” ai loro uomini. Padri, zii, fratelli prima
di sposarsi e mariti, dopo. Le violenze fisiche e psicologiche inflitte
sono molto frequenti, l’obbedienza è
la condizione per non essere ripudiate e quindi respinte ai margini
della società, anche dalla famiglia d’origine. Poche
fortunate bambine possono frequentare la scuola perché distante
dal villaggio e costosa: ed è questa la prima grande discriminazione
nella via verso l’autonomia.
Il viaggio attraverso questi scatti fotografici è di grande
effetto e non può non coinvolgere e indurre alla riflessione
sull’emancipazione della donna mai raggiunta in alcune periferie
del mondo.
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Fotografia |
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“A Capo Verde”
di Alessandra Esposito
Nata
a Roma il 18 settembre 1963, Alessandra Esposito
è ricercatrice in Scienze Geologiche. Da sempre attratta
dalle arti visive, frequenta per diversi anni un corso di fotografia
presso la Scuola Serale del Comune di Roma “Scienza e tecnica”
dove apprende e sviluppa la tecnica compositiva e della stampa del
B/N.
Ama le foto di viaggi e soprattutto quelle che rappresentano le
persone, esaltandone i contesti sociali. Ha realizzato
importanti foto-reportage dai ghiacci della Patagonia al deserto
del Sahara, dall’Equador e Galapagos al lontano Oriente e
all’Australia.
In questa mostra fotografica, Alessandra Esposito
rappresenta l’affascinante e magico arcipelago dell’Oceano
Atlantico di Capo Verde che, situato all’incrocio
di tre continenti, è uno Stato democratico e indipendente
dal 1975. Nasconde paesaggi intensi: dune di sabbia,
distese rocciose e aride, spiagge incontaminate lunghe decine di
chilometri, montagne verdeggianti, coste alte e frastagliate, vulcani
attivi… questo e molto di più si ritrovano nelle immagini
della mostra. Ma l’aspetto più emozionante di quest’isola
è rappresentato dai suoi abitanti: incontro tra le più
diverse culture tropicali e latine, persone con un sorriso ed un
cuore che si ritrova in tutto ciò che li circonda. Popolo
di emigranti che appena può torna per le vacanze
e per riprendere il legame mai interrotto con l’arcipelago
del sole e del vento, mentre il mare offre tutta la gamma
dei verdi e degli azzurri, ed è ricco di pesci e fonte di
lavoro per i capoverdiani residenti.
Musica, musica, musica che accompagna tutti i momenti
della giornata intensificandosi la sera con le melodie malinconiche
della morna, o il ritmo incalzante delle percussioni: sinergia perfetta
tra i suoni africani e quelli latini.
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Laboratori |
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Laboratori di percussioni
dal Senegal
Per
tutta la durata del Festival, Sena M’Baye
e i Sunu Africa propongono al pubblico di Roma
di scoprire l’arte senegalese delle percussioni. I partecipanti
verranno seguiti dai professionisti senegalesi secondo i loro livelli.
Alla fine dello stage verrà proposto al pubblico del Festival
uno spettacolo realizzato dagli insegnanti insieme ai partecipanti.
Sunu Africa è stato fondato da Sena M’baye, primo percussionista
e danzatore del “Teatro Nazionale del Senegal”. Per
anni i componenti del gruppo hanno dato il loro contributo alle
realizzazioni artistiche del teatro, portandone le produzioni culturali
in tutto il mondo.
Il gruppo si è esibito in Europa in numerose manifestazioni,
tra cui il Festival di Sanremo, Umbria Jazz, Roma Europa Festival.
Il gruppo Sunu Africa è composto da:
Sena M’Baye, Youssou M’Baye, Tata Sane, Aissatou
Sow, Onmy Sene, Matar M’Baye, Adj Thioune, Aida M’Baye,
Lamine M’Baye, Dialy mady Sissoko, Jean N’Diaye, Lamine
Dabo
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Corner |
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Duval Olivier
Tutte le sere a Festad’Africa Festival, Duval canta folk song
africane, per regalarci un’atmosfera ricca
di suoni e colori
Duval
Olivier è nato ad Abidjan (Costa d’Avorio)
e inizia a comporre canzoni nell’82. Dopo molte esperienze
in pubblico e numerosi viaggi in Africa ed Europa, nel ‘92
giunge in Italia sempre con lo stesso obiettivo: lanciare un messaggio
di pace e unione tra tutti popoli della terra. Nel ‘93
incontra Marco Berera, compositore e arrangiatore specializzato
in musica New World con il quale inizia un ottimo rapporto di lavoro.
Insieme formano un gruppo musicale con il quale presentano un repertorio
di canzoni originali con musica euro-afro proponendo
brani composti con un sistema dinamico, ovvero un insieme di culture
in fusione con ritmiche ed atmosfere ricche di melodie e suoni.
Nelle sue canzoni si riscopre la versione moderna di una danza
e musica tradizionale della Costa d’Avorio: la Mapouka.
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DialogoRoma ONLUS
L’Associazione
DialogoRoma Onlus vuole far convergere la ricchezza
delle diversità e la molteplicità delle culture, rispettando
le particolari differenze e mettendo in risalto quei valori che,
posti come modelli e ideali di vita, hanno storicamente mosso gli
esseri umani nella loro migliore direzione.
DialogoRoma si propone di stimolare un dialogo tra persone di diverse
culture e religioni, di lottare contro ogni forma di discriminazione
e di violenza, di diffondere il messaggio del Nuovo Umanesimo in
ogni parte del mondo.
Attività: corsi di italiano, corsi di computer, redazione
di Alien, corsi di alfabetizzazione in Benin e Togo, adozioni a
distanza in Burkina Faso. Invio di medicinali sempre negli stessi
paesi. Costruzione di una scuola e di un ambulatorio medico in Benin.
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mensile umanista multiculturale
Alien è distiribuito gratuitamente
in molti negozi e associazioni di Roma, Milano, Pescara e Salerno
Alien si propone come forma di comunicazione e
informazione realizzata da persone che fanno conoscere il loro punto
di vista per essere parte attiva in una società multiforme,
antidiscriminatoria e non violenta. La convivenza tra culture
differenti è sentita come un valore fondamentale per costruire
una grande Nazione umana universale. Alien è un giornale
di denuncia, opinione e cultura, ed è scritto in circa 20
lingue, con una visione del mondo multiforme: nelle etnie, lingue,
costumi, luoghi, religioni e autonomie. Multiforme nelle idee e
aspirazioni, nel lavoro e nella creatività, consapevoli della
necessità di avviare un dialogo sull’universalità
dell’essere umano, sul rispetto per le differenze e la reciprocità.
Questo porta alla messa in discussione dell’attuale società
come ad un diritto legittimo di qualsiasi persona che abbia come
riferimento centrale il valore dell’essere umano.
Info:
DialogoRoma Onlus via Bezzecca, 13 00185 Roma
Tel. 06 42012931 e-mail: roma@dialogo.org
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Azione Aiuto è un’organizzazione
internazionale indipendente, impegnata nella lotta alla povertà
con progetti di sviluppo a lungo termine, nata in Italia nel 1989.
Nel 1996 ha ottenuto il riconoscimento dello Stato italiano come
Ente Morale, e nel giugno del 1998 è diventata
ONLUS (Organizzazione Non Lucrativa di Utilità
Sociale).
L’Associazione lavora in tutto il mondo con i poveri, perché
ad ogni bambino, uomo e donna siano garantiti il rispetto dei diritti
fondamentali e le pari opportunità. E’ il partner italiano
di Action Aid Alliance, un network di sei organizzazioni non governative
per lo sviluppo che lavorano in 40 paesi del mondo.
Per aderire: www.azioneaiuto.it
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The Village
Onlus multiculturale e multietnica
Raccogliere fondi per combattere e prevenire la malaria soprattutto
nelle zone ritenute maggiormente “a rischio”, sensibilizzando
l'opinione pubblica a questo grave problema: è questo lo
scopo principale che “The Village”,
Club Multiculturale e Multirazziale non lucrativo, si è prefisso
di raggiungere facendosi promotore di una tanto importante iniziativa.
L'associazione a scopo benefico, fondata poco più di un
anno fa, attraverso un progetto di autofinanziamento, vuole salvaguardare
la popolazione africana dalla malaria e fornire gli ospedali locali
delle principali attrezzature sanitarie.
Per informazioni:
Presidente Sig. Atta Kouassi, tel 347 1322098
Murua 69 murua69@hotmail.com
Sede:
Lungomare Paolo Toscanelli 184 - 00121 Roma
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Emergency è nata a Milano nel 1994 con
lo scopo di fornire assistenza medico-chirurgica alle vittime delle
guerre e delle mine antiuomo, costruendo e gestendo ospedali, posti
di primo soccorso, centri di riabilitazione nelle zone maggiormente
colpite. Dal ‘94 ad oggi oltre 580.000 persone sono state
curate negli ospedali di Emergency: nel nord Iraq, Cambogia, Afghanistan
e, dal 2001, anche in Sierra Leone, dove Emergency ha costruito
e gestisce il Centro Chirurgico di Goderich (Freetown). è
in costruzione il suo nono ospedale a Lashkar-gah, a sud di Kabul
e un Centro Maternità ad Anabah, nella valle del Panchir.
Parallelamente alle attività mediche di assistenza alle vittime
della guerra, in Italia promuove iniziative e campagne di Solidarietà,
di sensibilizzazione e di diffusione di una Cultura di Pace.
Milano: Via Orefici 2, tel 02/881881
fax 02/86316336
Roma: Via Mario Beltrami, tel 06/36381815 fax 06/36382163
www.emergency.it
Emergency Roma: info@emergency.it
Iniziative romane: iniziative.roma@emergency.it
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Bambini nel Deserto è un’Organizzazione
Umanitaria riconosciuta dal Comune di Modena, dalla Provincia di
Modena e dalla Regione Emilia Romagna. Costituitasi nel luglio del
2000, si pone come scopo, attraverso spedizioni mirate, di migliorare
le condizioni di vita dei bambini che vivono nelle zone desertiche
del Sahara e nelle regioni del Sahel. Sono molte e diverse le iniziative
di Bambini nel Deserto che, ad esempio, raccoglie vestiti e scarpe
da consegnare ai bambini dei paesi del Sahara. Il materiale viene
centralizzato nella sede operativa di Modena, dove è spedito
con le spedizioni umanitarie. Dalle esigenze dei villaggi nascono
i progetti: scuole, cooperative femminili, dispensari di medicinali
e collaborazioni per lo sviluppo.
Piccoli forse, ma sempre vicini ai bisogni delle popolazioni.
Sedi:
Modena: Via Canaletto 88, 41100 Modena tel 3356121610
Roma: Via G.Donizetti, 24 00100 Roma tel 3405604862
www.bambinineldeserto.org
Per informazioni:
bambinineldeserto@libero.it
Iniziative romane: bnd.roma@iol.it
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Yoruba Cultural Association
Associazione Culturale Yoruba
La
YCA, Yoruba Cultural Association, è un’Associazione
senza scopo di lucro fondata a Roma nella primavera 1998, con lo
scopo di promuovere e valorizzare la cultura Yoruba, realizzando
studi, ricerche, dibattiti, iniziative editoriali e di formazione
relative alla cultura Yoruba. L’Associazione è nata
per favorire la conoscenza della realtà Yoruba in Italia,
che rappresenta un fattore rilevante nel panorama culturale dell’Africa
Occidentale e nei processi sincretici Afroamericani.
Gli Yoruba e gli Italiani che hanno dato vita alla YCA
vengono da una pluriennale esperienza di iniziative (conferenze,
dibattiti, lezioni, proiezioni di video, eventi musicali - danzanti,
feste ecc.)
La YCA è impegnata, assieme ad altri soggetti
culturali, associativi ed istituzionali, contro gli stereotipi,
le sottovalutazioni ed i pregiudizi eurocentrici
che colpiscono la cultura Yoruba come le altre realtà dell’Africa
e che segnano coi loro deleteri effetti non solo la coscienza degli
Italiani e degli Europei ma perfino di molti Yoruba ed Africani
in genere. In questo senso l’azione culturale dell’Associazione
si colloca nell’ambito degli sforzi che diversi soggetti stanno
realizzando, per favorire la costruzione in Italia di una società
effettivamente interculturale, per battere in ogni modo
razzismo ed eurocentrismo e per favorire la piena presa di coscienza
da parte dei popoli africani delle loro culture, non in forme cristallizzate,
banalizzate e museificate ma dinamiche, vive, attive e capaci di
dare grande contributo alla società attuale e futura.
Per ulteriori informazioni e contatti
con la YCA (Rome - Italy.) rivolgersi a:
Ben Oduwole Tel 3475431932
Da settembre, il sito web: www.yoruba-rome.org
infor@yoruba-rome.org
oduwoleben@yoruba-rome.org
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Sahara
Sahara
non significa solo posto negativo per vivere, ma anche la bellezza,
l’allegria e la gioia della cultura della gente che ci vive.
Cisse Souleymane, per la passione per l’artigianato locale,
ha abbandonato la sua formazione giornalistica per dedicarsi alla
promozione dell’artigianato del suo paese.
Sahara è un negozio di bigiotteria, artigianato, oggettistica
tradizionale Tuareg e non solo.
Contatti: Cisse
Souleymane,
Via dei Panfili 127 - Ostia 00121 Roma
Tel 339 65 10 674
Mail: albakaye@katamail.com
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The Gahanian Association of Rome
L’associazione nasce nel 1999 con lo scopo di creare occasioni
di incontro e di scambio tra i cittadini gahaniani emigrati e per
promuovere la cultura e l’ospitalità.
In questi anni collabora con la sezione romana di Legambiente in
progetti con fini sociali.
E' impegnata a promuovere e stimolare l’approfondimento e
la conoscienza della tradizione culturale del popolo gahanese, con
interventi atti a far conoscere i suoi valori e le sue usanze.
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Kulturafrica
Kulturafrica
presenta, in occasione di Festad’Africa Festival 2003, un
insieme di divise, copricapo, strumenti musicali d’epoca raccolti
da Thiam Mor nel corso degli anni, grazie allo slancio fornitogli
dalla galleria “Touba Gallerie” di Dakar in Senegal,
nata dall’impegno di suo padre, Prof. Thiam El Hadsi Ibra.
Nella foto sono rappresentati due ballerini che danzano durante
una cerimonia che viene eseguita in occasione di nascita, di morte
e spesso durante le feste dei villaggi.
Le divise dei ballerini sono una composizione di fibre vegetali
e pelli di animale, mentre il trucco dei loro visi è di caolino
e resina.
Kulturafrica ha sede in Via dei Fiori 6, 20100
Inveruno (Milano), dove Thiam Mor vive.
Contatti per l’Italia
mail thiammor@libero.it
tel 338 2265333 fax 029786557
Contatti per il Senegal
18385 BP Dakar, Senegal tel 00221 8348493 / 5456091
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Grandi Stazioni è la società del
Gruppo FS incaricata di riqualificare e gestire i 13 principali
scali ferroviari italiani.
Lo scopo di questa azienda è promuovere un nuovo
concetto di stazione: non più luogo degradato ma
polo di servizi per viaggiatori e cittadini, in
grado di offrire servizi di qualità e opportunità
per il tempo libero.
Shopping, eventi, ristorazione di qualità, servizi e sicurezza
sono gli elementi chiave che alla Stazione Termini riscuotono un
sempre crescente successo di pubblico tra i “non viaggiatori”.
Il calendario degli eventi che Grandi Stazioni ha proposto in questi
ultimi mesi è variegato, come il pubblico
che quotidianamente transita nelle 13 stazioni più grandi
di Italia.
Dal
4 al 12 luglio 2003, in collaborazione con Festad’Africa
Festival, presso la Stazione Termini, Atrio Biglietteria,
“Grandi Stazioni” propone un’esposizione del grande
pittore eritreo Edward Araya Tzeggay.
Per informazioni:
Anna Dieksi
Comunicazioni ed eventi
06 47 84 14 12 - 335 10 29 084
www.grandistazioni.it
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Ristorante "Africa"
Cucina Eritrea ed Etiope
Tutte le sere dalle 20.00 in poi a Festad’Africa
Dalla
diversità dei prodotti alla complessità delle ricette,
la tradizione e l’arte culinaria sono testimoni di cultura.
Forti dell’esperienza ventennale del ristorante “Africa”,
locale storico della capitale frequentatissimo soprattutto dai giovani,
recensito su numerose riviste e guide, interpretando il desiderio
dei clienti di conoscere più a fondo l’Africa come
paese ricco di tradizioni e cultura, nasce l’“Africa
Village”, un viaggio che vi porterà
a conoscere oltre la cucina, la musica e i costumi in un ambiente
caratteristico e immerso nel verde.
Le serate sono animate da una danzatrice di danze eritree ed etiopiche,
da proiezioni video con bellissime immagini dei due paesi e da bravissimi
musicisti.
Solitamente si mangia con le mani da un largo piatto in comune
con gli altri commensali. Il cibo viene servito sul tipico pane
injera, un misto di farine lievitate cotto su piastra.
Alla base delle pietanze, la carne di manzo e d’agnello. Si
consiglia lo zighinì, piatto nazionale piuttosto
piccante. Una scelta di verdure accompagna questi piatti di carne:
lenticchie rosse, purea di ceci mista a verdure.
Senza dimenticare i dolci, gustosi sapori che si intrecciano e ci
trasportano in un viaggio indimenticabile…
Il personale è cortesissimo e sempre disponibile a consigliare
nella scelta del menu.
Africa Village
Via Nomentana, 1111 - 00137 Roma
Tel. 06/8270381
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