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Festad'AfricaFestival
2006 - Quinta edizione |
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Il programma della quinta edizione è in fase
di definizione: i prossimi appuntamenti saranno comunicati al più
presto in questo sito. Continuate a frequentarci!
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22 e
23 maggio 2006 - ore 21.00 |
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Danza
Danse l’Afrique Danse
- Prima nazionale
Due nuove stelle della danza contemporanea africana
Teatro Vascello - Via
G. Carini, 78
Panaibra Gabriel
Culturarte - Mozambico
Dentro de mim outra ilha
(Un’altra isola all’interno di me stesso)
Coreografia di: Panaibra
GABRIEL
Danzatori: Domingos Bie, Idio Chichava,
Edna Jaime, Horacio Macuacua,
Sonia Malapha
Scenografie: Camilo da Graca Manjate Gagama
Direttore luci: Quito Tembe
Musiche: Rufas Maculuve
Durata: 40’
Avere
chiara coscienza del posto che si occupa, ma saperlo cambiare e
non ignorare che altri fanno lo stesso: ecco quello che costituisce
già tutto un progetto di danza. Il coreografo mozambicano
cita il poeta suo connazionale Júlio Carrilho: «Ogni
individuo è come un isolotto che occupa un certo territorio
su terra, il mio corpo è l’isolotto dove preservo la
mia cultura, la mia cultura è il mio spirito, è la
mia memoria, è le mie credenze... tra me e voi esiste un
ponte stretto e fragile che mi connette alla vostra cultura.».
Le referenze acquatiche sono chiaramente enunciate e si potrebbe
vedere il mondo come un bagno e il corpo come «detentore,
ancora più dello spirito, di un immenso sapere sui meccanismi
d’azione reazione, d’interazione con gli elementi esterni.»?
Panaibra GABRIEL vive e lavora a Maputo. Ha debuttato
come danzatore tradizionale nel 1993, poi si è rivolto al
contemporaneo. All’estero il suo percorso si è connesso
alle iniziative di Danças na Cidade (Lisbona), spesso al
fianco di coreografi che conducono ricerche all’avanguardia.
.In Francia, ha coreografato un solo per Sandra Martinez nell’ambito
di Vif du sujet (programmato dal SACD a Montpellier Danse 05). Gestisce
in Mozambico un programma di formazione in stretto legame con artisti
del Madagascar (Ariry Andriamoratsiresy) e del Sudafrica (Boyzie
Cekwana).
Culturarte è stata creata nel 1998 da Panaibra
Gabriel. Oltre alle sue creazioni, questa compagnia sviluppa un
programma di laboratori e conduce corsi di formazione professionale
di sei mesi, concepita in parternariato con P.A.R.T.S.
Orchy Nzaba
Compagnia Li-Sangha - Congo Brazzaville
Mona-Mambu
Coreografia di: Orchy NZABA
Danzatori: Christel Balossa Nganga, Rudolf
Ikoli Nkazi, Hervé Makaya Bibene,
Boungouandza (narratore)
Regista: Léon Babakila
Durata:
40’
Mona-Mambu
è un espressione Kongo che esprime la capacità di
vedere e di affrontare con la chiaroveggenza le realtà della
vita. E cosa ci dicono queste realtà: che il popolo Kongo
ha saputo sempre trascrivere il suo vissuto quotidiano attraverso
delle scene proverbiali e dei movimenti corporali originali. Mona-Mambu
è d'altronde uno spettacolo di movimenti a profusione. L’impatto
è messo in evidenza dalla composizione del gruppo, di cinque
danzatori. Uno di questi inizia il solo e lo porta avanzi con passo
deciso in andate e ritorni che sfociano in arrotolamenti di braccia
degni di un animale furioso. Torso in avanti, ritmi spezzati in
cesure tra lentezza e rapidità, grandi trottole in spirale:
questa danza indiavolata non ha paura di se stessa. La costruzione
dello spettacolo è fatta di numerose sequenze accostate.
Alcune con vigorose indicazioni gestuali date a viva voce da una
guida della danza.
Orchy NZABA è il responsabile del laboratorio
coreografico del Centre culturel français di Brazzaville
(Congo). Ha frequentato stages nelle compagnie di Paco Decina, Choream,
Julie Dossavi, e si è formato a l’Ecole des sables
in Sénégal. E’ reso famoso sia dalla danza che
dalla musica.
La compagnie Li-Sangha è appena nata.
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Giovedì 25
maggio 2006 - ore 21.00 |
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Teatro
Atteggiamento clandestino - Prima nazionale
Un uomo in fuga da se stesso e della modernità
Teatro Vascello - Via
G. Carini, 78
Di: Dieudonné
Niangouna
Traduzione: Alessandro Jedlowski
Regia: Daniela Giordano
Con: Antonio Mastellone
Musica: Pape Siriman Kanouté
Luci: Giuseppe Falcone
Pubblicato da Edizioni Corsare, Perugia
...
Un uomo. La scena è riempita dalle parole del suo monologo
incessante, parole che evocano ricordi, immagini, altri personaggi:
la violenza di una vita vissuta in fuga. Non un nome, non una firma,
non un telefono, né un indirizzo. Fuga senza fine dalla costrizione
di una società totalitaria, nella quale non esiste lo spazio
per la contraddizione. Fuga senza possibilità di riuscita.
Non c’è possibilità di evasione da un recinto
di mura pallide ed opprimenti. L’autore fa del linguaggio
l’espressione fisica di un sentimento: un flusso incessante,
a volte schizofrenico, un ritmo che toglie il respiro facendo partecipe
il pubblico di un senso di asfissia senza vie d’uscita.
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Venerdì 26
maggio 2006 - ore 21.00 |
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Teatro
Big Shoot - Prima nazionale
Testo shock sul rapporto
vittima /carnefice nella società governata dai media
Teatro
Vascello - Via G. Carini, 78
Di: Koffi
Kwahulé
Traduzione di: Gianni Poli
Regia di: Tiziana Bergamaschi
Con: David Sebasti e Daniele Orlando
Interventi video: Gianluca Rame
Pubblicato da Edizioni Corsare, Perugia
In Collaborazione con l’Accademia Nazionale d’Arte
Drammatica “Silvio D’Amico”
Il
rapporto tra vittima e carnefice nasconde un sofisticato procedimento
formale.
Ci troviamo di fronte a una situazione mediatica, in cui il carnefice
si dichiara artista per offrire alla curiosità morbosa della
società dello spettacolo la rappresentazione del proprio
delitto.
La messa in scena di “Big shoot” di Koffi Kwahulé
rientra nell’iniziativa “Incontri con la drammaturgia”,
corso di perfezionamento per attori professionisti promosso dall’Accademia
Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”
che in questo caso si avvale della preziosa collaborazione con Festad’Africa
festival 2006 e della partecipazione di David Sebasti in qualità
d’interprete.
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Sabato 27
maggio 2006 - ore 21.00 |
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Teatro
Théâtre National
de Chaillot / Companie La part du pauvre
Banc de touche - Prima nazionale
Teatro
Vascello - Via G. Carini, 78
In francese con sottotitoli in italiano
Commedia grottesca dove il gioco del calcio diviene rivelatore della
condizione umana
Di: Dieudonné
Niangouna
Regia: Eva Doumbia
Scenografia: Eva Doumbia e Laurent Marro
Musica: Lionel Elian
Coreografia: Massidy Adiatou Con Criss Niangouna
e gli allievi
del terzo anno dell’École du Théâtre
National de Chaillot
Pubblicato da Edizioni Corsare, Perugia
Petit
Piment è un calciatore grandioso, la “star” del
paese, ma è anche l’amante della donna dell’allenatore,
che per rappresaglia, decide di lasciarlo in panchina, a qualche
ora dalla finale della Coppa d’Africa. I tifosi si ribellano
alla decisione ed esigono il suo ritorno, ma poco a poco la protesta
prende la via di una contestazione più profonda al grido
di “Non fermate il sogno” e “Vogliamo pane e idee”.
In questo mondo dove spesso si propone “ gioco senza pane”,
i personaggi della commedia tentano di invertire questa tendenza.
É una presa di coscienza. Il terreno di gioco è quello
della strada, con gli ingaggi, le esclusioni, con i franchi tiratori
e colpi gobbi, con il cartellino rosso a segno della democrazia.
Il gioco del calcio diviene rivelatore, canale di scolo e pretesto
della condizione umana.
Dieudonné Niangouna dribbla, fa finte, convoca
la farsa, il grottesco e la caricatura, con un linguaggio rabbioso,
inventivo e sovversivo per uno scontro al vertice.
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