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Festad'AfricaFestival
2006 - Quinta edizione |
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Mercoledì 24 maggio 2006 - ore
21.00
Barakat
(Algeria/Francia, 2006) In lingua originale con
sottotitoli in italiano
Miglior film africano al 16° Festival del Cinema Africano d’Asia
e America Latina
Una regista ritrae poeticamente
due donne per riflettere sulla discriminazione femminile
Regia: Djamila Sahraoui
Cast: Rachida Brani, Fettouma Bouamari,
Zahir Bouzrar, Malia Belbey, Ahmed
Benaissa
Anteprima romana per il film algerino vincitore del 16° Festival
del Cinema Africano d’Asia e America Latina tenutosi a Milano
a marzo 2006, organizzato e promosso dal Centro di Orientamento
Educativo (COE).
Festad’Africa presenta il film che sarà al centro dell’iniziativa,
promossa da Volontari nel Mondo – FOCSIV, insieme al COE e
con la partecipazione di diversi Organismi Associati, dal titolo
“Un Mercoledì nero”. Prima tappa
Roma per poi proseguire su tutto il territorio nazionale, di mercoledì
appunto, proiezione del film congiuntamente a incontri di sensibilizzazione
e promozione delle culture del Sud del mondo.
Amel ha trenta anni, è giovane ed entusiasta, è medico
al pronto soccorso, nello stesso ospedale algerino dove lavora l’infermiera
sessantenne Khadidja: in un’Algeria vittima del fanatismo
integralista, le due donne si ritrovano coinvolte in un viaggio
rocambolesco, alla ricerca del marito di Amel, un giornalista scomparso
a causa dei suoi “coraggiosi” articoli.Siamo negli anni
Novanta, alla vigilia dello scoppio della violenta guerra civile
che ha sconvolto l’Algeria, facendo riemergere l’islamismo
più radicale e tradizionale: sulle impervie e tortuose stradine
di montagna, Khadidja ritrova le astuzie, le riflessioni e le paure
del suo passato di combattente contro l’esercito francese.
Così inizia Barakat!, film premiato nella sezione Miglior
Film Africano, primo lungometraggio della regista Djamila Sahraoui.
“Nel mio film – ha dichiarato la regista – non
volevo mostrare donne imprigionate e assoggettate, né eroine
non realistiche che negano loro stesse in nome della storia. Ho
voluto ritrarre donne in movimento (…). Donne che vanno avanti
nonostante gli ostacoli, non importa ciò che accade…”.Un
viaggio “on the road” che oltre ad essere la scoperta
di un divario generazionale, è anche la ricerca di una solidarietà
tutta al femminile, tra donne che vogliono scrollarsi di dosso un
ruolo che sta loro troppo stretto (Barakat! significa Basta!); senza
eroismo, senza alcuna retorica né stereotipo, ma spinte da
un netto rifiuto ad essere imprigionate tra tradizione ed integralismo
e dal desiderio di superare le ostilità interpersonali per
approdare ad una consapevolezza più profonda. Il loro percorso
è anche il sintomo di un cinema in fermento, quello algerino,
che tenta di rinascere e ancora più significativo perché
il film è realizzato da una regista donna.Attraverso il ritratto
poetico ma energico e realistico di queste due donne, Djamila Sahraoui
trasforma il cinema in un’opportunità per denunciare
le discriminazioni, per compiere una ricerca dell’identità
di genere, per lanciare – nel meraviglioso finale- un segnale
di pace.
Teatro Vascello - Via G. Carini, 78
Domenica 28 maggio 2006, ore
17.30
LICHINGA Cadeva CP 201
Anteprima assoluta
Un documentario di Luca Chianca
e Pierpaola De Luca
Presentano il film gli autori e Marco Bartoli
Un documentario inchiesta di 21 minuti sulla situazione
carceraria del Mozambico, un paese poverissimo ma che sta faticosamente
sollevandosi dopo un lungo periodo di guerra civile.
L’occassione per entrare con le telecamere dentro le celle
del cercere provinciale di Vichinga, nella provincia del Niassa,
ci è data da Marco Batoli, della Comunità di S. Egidio,
organismo che promosse la trattativa e, nel ’92, la firma
dell’accordo di pace a Roma fra le due fazioni in conflitto.
Batoli è a capo del progetto “4 ottobre” un programma
che mira a formare i detenuti e ad insegnare loro un mestiere, che
potranno esercitare una volta usciti dal carcere.
Il filmato racconta le difficoltà e le sofferenze dei detenuti
nel corpo e nell’anima ma mostra anche come sia possibile
ridare speranza anche a coloro che l’hanno ormai persa. Un
aspetto sottolineato dagli splendidi canti del coro dei detenuti
di Vichinga, che fanno da colonna sonora all’intero video.
Durata: 21 minuti
Teatro Vascello - Via G. Carini, 78
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