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Festad'AfricaFestival 2003 - Seconda edizione

 Venerdì 4 luglio 2003 - Prima nazionale
   

Lucky for some
JazzXchange Music and Dance Company

Nel cuore di JazzXchange c’è l’enfasi dell’improvvisazione nel trasformare lo stile sul sound della live music…

 
 
 Domenica 6 luglio - Prima nazionale
   

Cloun Futebol Club
Centro culturale Portoghese di Mindelo

Una sfida tra gli attori e il ritmo delle percussioni

 
 
 Martedì 8 luglio - Prima nazionale
   

Simba ak N’deup
Sunu Africa

Un momento unico di grande coinvolgimento emotivo

 
 
 Giovedì 10 luglio - Prima nazionale
   

Associazione Tubabu
La voce del Balafon

Mostra-spettacolo itinerante di strumenti tradizionali dell’Africa

 
 Sabato 5 luglio 2003 - Prima nazionale
   

Cloun Creolus Dei
Centro Culturale Portoghese di Mindelo

L’esplorazione del linguaggio claunesco e dell’umorismo intelligente senza mai cadere nel burlesco

 
 
 Lunedì 7 luglio - Prima assoluta
 Martedì 8 luglio - Replica
   

Il testamento di Napumoceno da Silva Araujo
di Germano Almeida
Una narrazione “agita e musicata”, che si muove sulle accattivanti note di Baden Powell e Chick Corea eseguite dal vivo

 
 
 Mercoledì 9 luglio 2003
   

Le terribili onde della libertà
di David Diop
Teatro Metastasio Stabile della Toscana

Uno spettacolo dove gli strumenti musicali non si limitano ad accompagnare le poesie, ma le esprimono in un’alchimia di ritmi, suoni e voci

 
 
 Venerdì 11 luglio - Prima assoluta
 Sabato 12 luglio - Replica
   

ll Circo
di Mbaye Badiane

Vincitore della prima edizione del premio di drammaturgia CRT scenaMadre

 

Venerdì 4 luglio 2003 - Prima nazionale
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Lucky for some
JazzXchange Music and Dance Company

Coreografie di: Sheron Wray
Con: Sheron Wray, T. Arthurs, Y. Campbell, W.A. Clifford, G.D. Iren, R. Fountain, C. Grannum, S.J. Labigne, D. Lague, C.E. Lopez-Real, K. Norris, R.S. Pardesi, S. Pepe, M. Quick, Z. Rahman, S.R.P. Rose, J.A. Squire, H. Williams, R.L. Price

“JazzXchange” presenta una visione mondiale della danza che ne rimuove le barriere restrittive. La compagnia crea un linguaggio internazionale, un nuovo richiamo che sintetizza il Jazz contemporaneo e le forme di danza africana, afrocubana, indiana urbana e classica: una combinazione di improvvisazione e di fusione che contribuisce alla forza dinamica del gruppo.

Il metodo di “JazzXchange” unisce il lavoro sperimentale allo studio delle radici della cultura popolare. Allo studio classico della danza si uniscono le influenze orientali dello Yoga e quelle del ballo africano, del mimo e della danza indiana: in un momento in cui non è più la purezza di stile a creare innovazione, tutto ciò che comporta una fusione di generi influenza la produzione. La musica Jazz è già di per sé una collezione di idee e di circostanze, che si sviluppano in una tecnica e in una filosofia pronte ad integrare culture ed eredità storiche diverse.

Questa ricerca richiede artisti molto esperti, che possano sviluppare e sintetizzare linguaggi ed espressioni differenti del corpo in una grande sfida per tutti coloro che intraprendono questo viaggio.

Direttore artistico e anima del gruppo è la ballerina e coreografa di origini africane Sheron Wray, che ha come obiettivo il superamento dei confini dell’arte nella sperimentazione di nuovi linguaggi espressivi. Nel suo impressionante lavoro di coreografa e ballerina lascia penetrare, attraverso il rigore della disciplina, le influenze e le suggestioni del mondo contemporaneo.




Sabato 5 luglio 2003 - Prima nazionale
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Cloun Creolus Dei
Centro Culturale portoghese di Mindelo

Co-Produzione teatrale con il teatro Meridional

Con: Antonio Coelho, Edson Fortes, José Évora, Paulo Miranda
Regia: Miguel Seabra
Assistente regia: João Branco
Costumi: João Branco, Miguel Seabra
Assistente prove: Carla Sequeira
Costruzione pezzi scenografici: Fernando Morais

Cloun Creolus Dei”, versione creola dello spettacolo “Cloun Dei” (Pagliacci di Dio), creato e rappresentato per la prima volta nel 1993 dal teatro Meridional, è una coreografia teatrale basata sull’ironia, sull’umorismo e sulla tenerezza propri del personaggio del clown: contro l’idea di peccato che ci è stata imposta dalla cultura occidentale. E’ un affronto a tutta una serie di infiniti e incomprensibili divieti, con i quali le società si incaricano di rendere “socialmente accettabili” gli esseri umani.

Il “Cloun Creolus Dei” è uno spettacolo pieno di umorismo e di grande lucidità. Apparentemente semplice, finisce per entrare nelle grandi aree tematiche dell’universo religioso: si prende gioco dell’idea della paura, dell’autorità sempre sorvegliante e dello sconosciuto a cui si deve obbedienza. Lo spettacolo esplora il linguaggio clownesco con un grande rigore, sfiorando i limiti dell’umorismo intelligente, senza mai cadere nel burlesco.

Con una compagnia di attori capoverdiani questo montaggio, diretto da Miguel Seabra, è l’esempio finito dell’umorismo raffinato sul registro del clown basato sull’espressività del corpo, nella quasi totale assenza di testi.




Domenica 6 luglio 2003 - Prima nazionale
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Cloun Futebol Club
Centro culturale portoghese di Mindelo

Sceneggiatura e regia: João Branco
Assistente di direzione artistica: Fonseca Soares
Costumi: Colectivo
Percussione: João Branco
Luci: Anselmo Fortes, Edson Fortes
Con: Anselmo Fortes, Edson Fortes, Elisabete Gonçalves
Un ringraziamento speciale a Mick Lima

“Avevamo qualche idea sulla tecnica necessaria - sono passati quattro anni ma credo che sia come guidare la bicicletta, non ci si dimentica mai. Avevamo il tema che ci sarebbe piaciuto affrontare - lo sport, precisamente il calcio.
Avevamo gli attori - tre.
Avevamo uno sceneggiatore.
Era già un buon inizio…”

Quattro anni dopo “Cloun Creolus Dei”, nasce una nuova coreografia teatrale, che riprende la tecnica del clown.

Nonostante le tecnica sia la stessa di “Colun Creolus Dei”, questo spettacolo è stato montato e inventato praticamente dal niente: il gioco a cui ci riferiamo nello spettacolo non è proprio il calcio ma un altro gioco, ad esso ispirato.

È uno spettacolo praticamente senza parole: uno spettacolo in cui il silenzio è anche lui un personaggio. Ma rispetto a “Cloun Creolus Dei” ha una sorpresa in più: le percussioni. Queste diventano il motore dello spettacolo, definiscono il ritmo, ne determinano la misura e la cadenza dei passi quando i personaggi si spostano nello spazio.

La sfida più grande di questa performance è la sincronia, la perfetta comprensione tra i tre attori in scena e il percussionista.

 

Lunedì 7 luglio 2003 - Prima assoluta - Martedì 8 luglio 2003 - Replica
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Il testamento di Napumoceno da Silva Araujo
di Germano Almeida

Adattamento e regia: Emanuela Pistone
Traduzione: Maria Teresa Palazzolo
Assistente alla regia: Emanuela Trovato
Con: Alvia Reale, Andrea De Carne, Valentina Ferrante, Emanuela Trovato, Giuseppe Pistone chitarra,
Laura Inserra percussioni
La voce del Signor Napumoceno è di Fulvio Falzarano registrata presso Studio Oasi
Produzione CRT scenaMadre

Attraverso il racconto della vita di un ricco commerciante dell’isola di S. Vicente, nell’arcipelago di Capoverde, entriamo in un piccolo universo popolato da un’umanità evocata attraverso la lettura del voluminosissimo testamento lasciato dal defunto Signor Napumoceno, di professione commerciante, che è riuscito ad arricchirsi vendendo 10.000 ombrelli in una terra dove il problema principale è la siccità permanente. Tutti i personaggi evocati hanno avuto in passato un legame con il defunto, e tutti si sono fatti di lui un’idea sbagliata: il ricco, celibe, castissimo, deferente e ambizioso Napumoceno è in realtà il padre illegittimo di una ragazza concepita sul ripiano di vetro della scrivania Luigi XV del proprio ufficio, con la matura donna delle pulizie Dona Chica.
Entrare a conoscenza delle ultime volontà del defunto equivale a un breve e divertente viaggio nella vita quotidiana delle isole attraverso diversi punti di vista che delineano la complessa personalità del protagonista.
L’andamento della narrazione è ondulatorio, fatto di continui rimandi, anticipazioni, falsh-back e sovrapposizioni, e ha il sapore di una satira agrodolce.
La performance, prodotta da CRT scenaMadre e diretta da Emanuela Pistone, è una narrazione “agita e musicata”, che si muove sulle accattivanti note di Baden Powell e Chick Corea eseguite dal vivo.
Il testamento del Signor Napumoceno da Silva Araujo è stato adattato per il cinema dal realizzatore portoghese Francisco Manso nel 1996, avendo conquistato nell’Agosto del 1997 il Premio di “Miglior Film’ del Festival del Cinema di Gramado, il più importante festival di cinema del Brasile. È stato ugualmente premiato come miglior film nel 8º Festival Internazionale Cinematografico di Assunción, in Paraguay.

 

Martedì 8 luglio 2003 - Prima nazionale
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“Simba ak N’deup”
Sunu Africa

Il gruppo Sunu Africa è composto da:
Sena M’Baye, Ady Thiuone, Youssou M’Baye, Matar M’Baye, Aida M’Baye, Lamine M’Baye,
Lamine Dabo, Tafa Sane, Dialy Madi Cissko, Chkerek M’Baye, Onny Sena, Taly M’Baye, Aissatou Sow

Una danza che è anche una storia. Una ragazza di città va a trovare i parenti rimasti al villaggio ma, non conoscendone le tradizioni, non crede alle raccomandazioni che le vengono fatte. La più importante è quella di non andare nella foresta la sera.
La giovane disobbedisce e si addentra nella foresta dove incontra l’uomo-leone. Dal momento dell’incontro, lo spirito dell’uomo-leone entra in lei e la possiede.
L’unico modo per guarirla è liberarla dallo spirito che è dentro di lei, con la cerimonia del n’deup, che consiste nel chiamare l’uomo-leone attraverso ritmi a cui non può resistere, fino a che questi non si presenta davanti alla ragazza. Attratto dai ritmi l’uomo-leone è costretto a danzare, ed è attraverso questa danza che la ragazza torna pura.
Il gruppo dei Sunu Africa ci offre uno spettacolo affascinante, trascinandoci nel ritmo e nelle sonorità di una tradizione a noi sconosciuta.


 

Mercoledì 9 luglio 2003
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Le terribili onde della libertà
di David Diop
Teatro Metastasio Stabile della Toscana

Ideazione e progetto: Papi Thiam, Aziz Dieng, Massimo Luconi
Regia: Massimo Luconi
Voci: V. Banci, F. Maraghini
Con: Aissatou Sow, Papi Thiam percussioni e canto, Mirko Guerrini sax tenore, Mirio Cosottini piano

Le terribili onde della libertà
Battono e battono sulla Bestia atterrita
Dallo schiavo di ieri un combattente é nato
E il cocker di Suez il coolie di Hanoi
Tutti quelli che furono drogati di fatalità
Lanciano un canto immenso fra le onde
Le terribili onde della libertà
Che battono e battono sulla bestia atterrita

Per mezzo del francese, Diop, poeta senegalese scomparso a soli 33 anni, esprime la rabbia, il tormento e la nostalgia, perché è quella l’unica lingua con la quale può comunicare ad un uditorio più vasto, entro i confini della colonizzazione. Il sentimento d’impotenza di fronte al linguaggio, quell’impotenza verbale che Bataille chiama “l’olocausto delle parole”, provocherà un’espressione diretta, surreale e folle, che è all’origine della straordinaria esperienza della poesia africana.
La poesia di Diop è senza tempo e senza confini, capace di elevarsi al di sopra della rivolta, verso l’avvenire di luce per il quale egli aveva lottato e sperato.
Questa poesia si realizza soltanto se diventa canto, parola e musica nello stesso tempo. E per questa ragione, dice Massimo Luconi, abbiamo cercato di costruire uno spettacolo dove gli strumenti musicali non si limitano ad accompagnare le poesie, ma le esprimono in un’alchimia di ritmi, suoni e voci.
Questo spettacolo, realizzato con un ensemble di musicisti e attori senegalesi e italiani, restituisce l’emozione, il soffio vitale, la forza e la raffinatezza di una poesia che è l’espressione più profonda della cultura senegalese, fortemente radicata nella tradizione, ma al contempo aperta al confronto.



 

Giovedì 10 luglio 2003 - Prima nazionale
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Associazione Tubabu
La voce del Balafon

Con: Loredana Bugatti, Sara Facchinotti, Francesca Sisti
Musicisti: Kassoum Diarra, Makan Dembele, Zourakie Dembele

L’Associazione Culturale Tubabu ospita in Italia alcuni Griots di Bobo Dioulasso, allestendo una “mostra-spettacolo” che mette in scena gli strumenti tradizionali dell’area Sud-Ovest del Burkina Faso, una mostra itinerante in cui il pubblico viene accompagnato da un “attore-guida”, in un percorso diviso in tre tappe.
Ogni tappa è contraddistinta da uno strumento protagonista, che diventerà il filo conduttore degli avvenimenti. Il pubblico, entrando, si immergerà nel suono dello strumento protagonista, suonato dal vivo da uno dei musicisti burkinabé. L’attore guida, al suono dello strumento, racconterà la storia della sua genealogia che per tradizione ha sempre un’origine magica.



 

Venerdì 11 luglio - Prima assoluta - Sabato 12 luglio - Replica
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ll Circo
di M'Baye Badiane

Regia: Daniela Giordano
Aiuto regia: Aissatou Sow
Con: Daniela Giordano, Paolo Musio, Sergio Pierattini, David Sebasti
Scenografia: Roberto Morea
Costumi e maschere: Annalisa Recchioni
Musiche: Fabio Gionfrida
Luci: Giuseppe Falcone
Acconciature: Francesco Callori
Si ringrazia Bruna Calvaresi
Produzione: CRT scenaMadre

Il Circo” è pubblicato nella Collana “Scenica-testi” dalle Edizioni Corsare di Perugia
www.edizionicorsare.it

Nell’intento di contribuire alla promozione della scrittura drammaturgica in Italia, CRT scenaMadre ha bandito per il 2003 la I edizione del Premio scenaMadre di Drammaturgia, dedicato alla valorizzazione di opere teatrali di autori e autrici di origine africana, inedite e mai rappresentate, scritte in italiano.
L’iniziativa ha riscosso grande entusiasmo e molti sono i testi pervenuti. La giuria del premio 2002, composta da Luca Ronconi, Raffaella Battaglini, Dino Villatico, Alvia Reale e Daniela Giordano, ha deciso di premiare “Il Circo” di M’Baye Badiane che sarà messo in scena a cura di CRT scenaMadre, in prima assoluta, l’11 e 12 luglio a Festad’Africa Festival, con la regia di Daniela Giordano.

Il Circo” è un’opera, pensata e scritta in italiano.
Indaga il sentimento della nostalgia e dell’amore. L’occidente è rappresentato da un circo senza più spettatori dominato da parole che gestiscono e plasmano i sentimenti. Forse sogno. Forse realtà. I quattro personaggi - Fran, Vivi, Chia e Rat - si affrontano tra presente e passato con un linguaggio caratterizzato da un’acida ironia, nella notte che deciderà del loro destino.

 

 

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