FESTA d'AFRICA
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Festad'Africa Festival
     

Dell'Africa amiamo quella parte mitica, ancestrale, fanciulla che culliamo dentro di noi al ritmo del tam-tam di un tamburo, uno spazio dove si rifugia la nostra mente quando la realtà metropolitana diventa claustrofobica. Dell'Africa amiamo quella parte che crediamo di conoscere. Esiste però un'altra Africa poco conosciuta e valorizzata rispetto alla sua reale importanza estetica e artistica:
l'Africa della Cultura e del Teatro contemporaneo.

Edizione 2014

I nostri primi 10 anni
2011 decima edizione

La nuova dimensione che il festival ha assunto quest'anno è quella di bliz, incursioni, dalla periferia al centro come quelle dello scorso luglio al teatro tendastrisce sulla Palmiro Togliatti, per incontrare gli immigrati, al Teatro Valle occupato per raccontare agli artisti italiani e a chi ha deciso di non arrendersi alla brutalità delle manovre economiche che strozzano i beni comuni, l'esperienza diretta di una cantante egiziana che ha vissuto l'esperienza di piazza Al Tarhir al Cairo.
Con un programma che si realizza in progress, in ascolto con ciò che ci circonda.
Noi di festad'Africa non ci siamo rassegnanti alla crisi, al vuoto programmatico, alle speculazioni mentali e politiche, e ci siamo autoconvocati per mantenere aperta la riflessione su chi siamo e su chi è l'altro.
Ascoltarsi e ascoltare prima di tutto.
Festad'Africa, raggiunge quest'anno la sua decima edizione ed ha sempre sostenuto che il teatro è militanza, affermazione ancora più solenne in momenti come quelli che stiamo vivendo, nei quali sembra che l'emergenza politico/economica possa rendere inutile la poesia o il teatro.
Bene, non è così!
Nutrire non solo il corpo
Nutrire anche la mente e lo spirito
Per non cedere alla paura
Per non diventare barbari
A questo serve il teatro
A questo serve la cultura
Chi non ha paura è libero!

 

Diversità culturale un bene di tutti
Dal catalogo 2010 - nona edizione

Con questo titolo viaggia la IX edizione di Festad’Africa Festival, inaugurata il 10 maggio, con il Convegno sul Multilinguismo e le Diversità culturali, all’Università La Sapienza, organizzato, come da ogni anno, con il Dipartimento per le Politiche Pubbliche- Facoltà di Scienze Politiche.

IX edizione, per questo piccolo festival internazionale, dalle grandi ricadute sociali e culturali, Festad’Africa Festival che, dopo la tappa in Marocco,  da appuntamento al pubblico romano sempre al Teatro Palladium- Università di Roma Tre, dal 15 al 18 settembre 2010.
Ideato e diretto da Daniela Giordano, attrice e regista, e organizzato, dal 2002, dal CRTscenaMadre, Festad’Africa, ha contribuito a creare in Italia e in Europa una conoscenza diversa del continente africano,  promuovendo la circuitazione e la presentazione di grandi spettacoli provenienti dall’Africa o creati in coproduzione, contribuendo anche al rinnovamento della proposta di spettacolo sul territorio nazionale e offrendo nuove possibilità di lavoro a giovani artisti, tecnici, specialisti nel campo dell’arte o dello studio.

“La  nuova composizione della società contemporanea nella quale viviamo,- dice la Giordano - multietnica e multiculturale, ci obbliga a riflettere sul valore delle diversità come opportunità per approfondire il valore della nostra identità in relazione e nel dialogo con culture differenti.
La grande crisi economica globale  porta con sé il grave rischio  di comportamenti violenti e razzisti che bisogna contrastare, alimentando  e sostenendo la promozione, la produzione e la circuitazione delle idee e dell’arte. L’impoverimento culturale è infatti alla base dei comportamenti xenofobi e  di intolleranza religiosa dei quali siamo testimoni.
E’ necessario non abbassare la guardia e impegnarsi in azioni vigorose che creino costantemente le occasioni per un confronto costruttivo  e di dialogo interculturale.
Con questa consapevolezza , abbiamo deciso, di realizzare la nona edizione, malgrado il festival abbia subito quest’anno dei pesantissiimi e ingiustificati tagli nei finanziamenti.
I risultati  che Festad’Africa Festival ha conseguito dal 2002 a oggi, confermano che è possibile e strategico, ma soprattutto etico e morale, investire nella cultura contemporanea, e che questa azione culturale, sociale e politica, va difesa, con il nostro autonomo agire, da noi liberi cittadini e da noi artisti, in particolar modo, quando le istituzioni sono disattente o impotenti.”

Il festival gode anche per il 2010 del riconoscimento del Capo dello Stato con la dicitura: Con l'Adesione e il Premio di Rappresentanza del Presidente della Repubblica Italiana e dei patrocini di Senato della Repubblica, Camera dei Deputati, Ministero agli Affari Esteri, Ministero per i Beni Culturali, Ministero per le Pari Opportunità, Commissione Italiana - UNESCO, Ambasciate di Senegal e Tunisia.
Dal 15 al 18 settembre appuntamento come ogni anno al Palladium con  Teatro, Danza e Musica.

Daniela Giordano
direttore artistico

 

Dal dialogo nasce il nuovo
Dal catalogo 2009 - ottava edizione

In questi anni abbiamo sempre cercato nel nostro viaggio di conoscere e approfondire uno o più aspetti delle culture dell’Africa contemporanea, e ci siamo sempre sorpresi di quanto ogni punto di vista crei stupore e meraviglia se solo lo si ascolta, e di quanto questo atteggiamento alimenti lo spirito di ricerca e la crescita individuale e collettiva. Porsi nella giusta predisposizione all’ascolto non è così istintivo, è un percorso di apprendimento complesso e articolato che spegne la presunzione del singolo e apre la porta del dialogo. Dialogo, vituperata parola, offesa nella quotidiana esperienza di ognuno dal subire e replicare a un agire fatto di violenza, prevaricazione e ingiustizia che, poi, è la madre di tutti i mali.
Eppure esiste il rimedio, esiste il raccogliere il punto di vista dell’altro, esiste la capacità di imparare il rispetto e la condivisione. Ogni processo di apprendimento e di acquisizione di nuova consapevolezza si struttura in forma di dialogo, perché è utile discutere le idee contrapposte, ma dobbiamo imparare ad ascoltare.
È l’ottava edizione per Festad’Africa Festival, un’edizione importante, alla quale giunge il riconoscimento del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, per il ruolo svolto nella “promozione della cultura e come utile occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi del continente africano, anche allo scopo di sostenerne il difficile cammino verso una più ampia affermazione dei diritti e della dignità delle persone.” Non c’è nulla di scontato nel susseguirsi di questi appuntamenti, ogni anno si riparte, ogni anno è un nuovo inizio, con una nuova determinazione, sempre maggiore, a realizzare il progetto. Dobbiamo credere che la rivoluzione umana, il nostro futuro, si compia nelle scelte del quotidiano che ognuno di noi fa, e l’attenzione sempre maggiore, il sempre rinnovato interesse e la partecipazione, che ogni singolo individuo, diventato il pubblico di Festad’Africa, ha dato, ha determinato la crescita di questa finestra spalancata sulle questioni dell’Uomo. Per questo ringrazio la Provincia di Roma, la Regione Lazio, l’Assessorato alla Cultura di Roma, che continuano a credere e a investire per la realizzazione di questo programma. Secondo Gandhi, gli strumenti necessari a migliorare la struttura sociale sono l’educazione e la cultura. Bisognerebbe ascoltare i maestri e mettere in pratica i loro insegnamenti.
Un proverbio bantu dice umuntu ngumuntu ngabantu, si diventa persone attraverso altre persone, e una luce di pensiero e azione della non-violenza, il presidente Nelson Mandela affermò che: “il terreno condiviso è più grande e più solido delle differenze che ci dividono, la reciproca interdipendenza degli esseri umani, è inevitabile”. Il dialogo è stata l’arma vincente delle grandi rivoluzioni non violente di Gandhi e Mandela. Una strada coraggiosa che sembra aver intrapreso anche il nuovo presidente degli Stati Uniti, Barak Obama, che con semplicità ha stupito il mondo intero a Il Cairo, con le sue parole: “Dobbiamo promuovere uno sforzo sostenuto nel tempo per ascoltarci, per imparare l’uno dall’altro, per rispettarci, per cercare un terreno comune di intesa. Il Sacro Corano dice: “Siate consapevoli di Dio e dite sempre la verità”. Questo è quanto cercherò di fare: dire la verità nel miglior modo possibile, con un atteggiamento umile per l’importante compito che devo affrontare, fermamente convinto che gli interessi che condividiamo in quanto appartenenti a un unico genere umano siano molto più potenti ed efficaci delle forze che ci allontanano in direzioni opposte.” Daisaku Ikeda, umanista e filosofo, nella proposta d Pace 2009 presentata all’ONU sostiene che per risolvere i suoi problemi l’umanità debba agire in base a una visione condivisa sulle questioni principali - ambiente, sviluppo, disarmo nucleare - che utilizzi “la competizione umanitaria, come strumento per creare una comunità globale capace di coesistere pacificamente. Solo dal dialogo può nascere il nuovo.”
Il titolo che il festival si è dato quest’anno raccoglie e rilancia la sfida: Dialogo tra le arti, dialogo in arte e dialogo come strumento di relazione pacifica tra genti. Dialogo, come capacità degli esseri umani di armonizzare differenze e di relazionarsi pacificamente tra di loro, acquisendo nuovi e differenti punti di vista.
Sappiamo che in fondo è un gioco, ma come tutti i bambini già sanno, non c’è niente di più serio del giocare, e se si vuole vincere lo si deve fare per davvero. Fino in fondo.

Daniela Giordano
direttore artistico

 

Un festival dai tanti volti

In un clima festoso e ricco di suoni, un'immersione dei sensi nelle nuove espressioni artistiche di questo grande continente

Festad'Africa è un viaggio dentro e intorno al Teatro africano, attraverso il quale dalla pittura alla danza, passando attraverso la musica e la cucina, si abbracciano diverse espressioni di culture sub-sahariane. Oltre a questo aspetto prettamente artistico e culturale, il Festival da spazio a incontri e dibattiti che si avvalgono di presenze autorevoli, per approfondire la nostra conoscenza dell'Africa contemporanea.

Il Festival invita a far luce su una parte del mondo che l'immaginario collettivo associa a volte all'idea di un continente primitivo, senza spingersi a conoscerlo davvero.



CRT scenaMadre
Ufficio Festival

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Tel./Fax +39 06 9039048
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